GOLF CLUB OLGIATA
Il golf Club Olgiata presenta due percorsi: Ovest ed Est. Il campo, inaugurato nel 1961, è stato progettato dall’architetto inglese C. Kenneth Cotton e successivamente ristilizzato nel 1996 dall’architetto americano Jim Fazio.
Peculiarità di questo campo è la varietà delle buche. Infatti, alla fine del vostro giro vi ricorderete perfettamente ogni colpo giocato, perché non c’è una buca che assomigli alle altre.
Il percorso Ovest, il più antico dei due, è costituito da 18 buche par 73, per un totale di 6.547 metri in una cornice paesaggistica che si può definire quasi fiabesca con molti alberi, con fairways larghi, green veloci e su vari piani. In questo percorso si sono svolti eventi di particolare rilevanza anche Internazionale, come gli Open d’Italia del 2002, le edizioni 1968 e 1984 del Campionato del Mondo Professionisti a Squadre e numerose altre gare F.I.G.
Il percorso Est, di recente creazione, è invece un percorso di 9 buche par 36, per una lunghezza di 2.947 metri. Ben lungi dall’essere un percorso executive, il percorso Est è un vero e proprio campo a sé stante, sul quale vengono disputate gare e competizioni varie.
La struttura è munita di un’ ampia club-house, piscina, palestra, sauna, massaggi.
LA STORIA DEL GOLF CLUB OLGIATA
Il Centro Residenziale dell’Olgiata è nato nell’area del’antica città etrusca di Veio, a poca distanza dall’Isola Farnese, dove fu edificato il maniero baronale dalla famiglia Orsini lungo la strada consolare Cassia fatta costruire dal magistrato Caio Cassio Longino intorno al 154 a.C. Il maniero venne costruito utilizzando i frammenti e i ruderi della città di Veio, conquistata e distrutta dai Romani nel 396 a.C.
Sulle ceneri di questo spaccato dell’antica Roma, sul finire degli anni ’50 venne progettato ed edificato il circolo che ancora oggi è considerato uno dei migliori campi in Italia.
La buca più impegnativa è per molti golfisti la numero 17 del percorso Ovest. Le insidie non arrivano tanto dalla difficoltà tecniche di questa buca, ma dal fatto che è la penultima e si arriva spesso stanchi a fine gara. Inoltre il secondo o terzo colpo per andare in green è sempre impegnativo e si rischia di perdere uno o due colpi nel percorso trasversale.
Il drive poi è in discesa e presenta un fuori limite lungo il lato sinistro del fairway e numerosi ostacoli d’acqua disposti nel bosco sul lato destro. Per finire il green sopraelevato è difeso da un bunker a sinistra, una ripida discesa verso un bosco e ostacoli d’acqua sulla destra.
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